Cap. 4.5 Accettare la realtà

Nessuno sa cosa porterà il futuro. I caregiver devono capire in fretta che non conviene aspettare che il familiare migliori, potrebbero aspettare per sempre. L'ictus non è una malattia nella quale è sufficiente prendere alcune pillole, fare esercizi e in qualche settimana stare meglio. Inseguite sempre il progresso, anche il più piccolo o insignificante e soprattutto non misurate il recupero in termini di guadagno rispetto a ciò che uno aveva prima dell'ictus ma in termini di progresso fatto e di "aggiustamenti" nel riuscire a cavarsela con ciò che è rimasto. Se siete realisti e non necessariamente negativisti, sarete sorpresi positivamente piuttosto che dispiaciuti. Sfortunatamente anche il paziente deve guadagnarsi il processo di recupero, nessun caregiver può farlo al posto suo. Un buon terapista potrebbe convincerlo a fare ciò che è necessario per raggiungere un risultato ottimale comunque in ogni modo se la persona stessa non vuole farlo o se l'ictus ha danneggiato quella parte del cervello che gli permette di capire ciò' che vale la pena fare, i risultati saranno inferiori a quanto sperato. Il violinista Itzhak Perlman dopo un concerto nel quale si era staccata una corda del suo violino disse: "talvolta il compito dell'artista è scoprire quanta musica si può ancora produrre con ciò che è rimasto".