Cap. 4.2. Cosa è cambiato?

Il fatto che il vostro familiare non sia più ricoverato non significa che abbia recuperato tutto o che stia del tutto bene come magari pensa di stare. I motivi per i quali è stato dimesso possono essere diversi e non sempre legati alle sue effettive possibilità di recupero (N.d.T.: la dimissione non coincide necessariamente con il raggiungimento del massimo recupero possibile). Un buon servizio riabilitativo garantisce comunque un supporto anche al di la' delle dimissioni oppure si adopera perché il paziente entri in contatto con strutture che possono fornire ulteriori servizi riabilitativi utili a proseguire nel percorso di recupero. In ambito di adattamento ambientale, ad es., ciò potrebbe implicare la possibilità che qualche operatore del servizio si rechi al domicilio del paziente o effettui un’intervista molto dettagliata sulla situazione abitativa. Quanti scalini ci sono per accedere alla casa? Quanto distano letto e stanza da bagno? Se la casa è su più piani, si può spostare la stanza da letto al pianterreno? Che genere di ausili potrebbero essere necessari per far svolgere alla persona le normali attività di vita quotidiana e in regime di sicurezza (es. in bagno)? Potrebbe essere utile che - prima delle dimissioni - il paziente si rechi a passare una notte di "prova" a casa sua per evidenziare eventuali problematiche alle quali si è ancora in tempo a provvedere prima dell'effettivo e definitivo ritorno (es. la disposizione dei mobili, l'installazione di rampe, ecc.). Accertatevi che gli esperti non abbiano tralasciato niente, e fornite tutte le informazioni delle quali siete in possesso per aiutarli a inquadrare bene la situazione.

Ovviamente una persona che ha delle limitazioni nel movimento, richiederà più' attenzioni di prima. Usando il buon senso si possono prendere dei provvedimenti in anticipo. Non si è mai abbastanza sicuri circa il tempo di permanenza della disabilità o l'esito del percorso riabilitativo, quindi ovviamente la prima preoccupazione verso cui si cercherà di attrezzarsi è la disabilità fisica. Tuttavia, sono le difficoltà "invisibili", cioè quelle cognitive associate ai problemi emotivi a rappresentare la maggiore difficoltà nel ritorno a casa, ancor più della disabilità motoria. Avere a che fare con la depressione, la labilità emotiva, gli scoppi di pianto in momenti spesso inappropriati, l'impulsività e i mutamenti di personalità, può richiedere un supporto professionale. Niente della vostra vita precedente vi può preparare ad affrontare tutto ciò, imparerete sul campo e alla fine potrete dire di avere imparato a parare tutti i colpi.

Anche i caregiver hanno un limite. Se vi siete presi cura di qualcuno e giorno dopo giorno avete preso decisioni fondamentali, siate consapevoli del fatto che siete indeboliti anche voi. Siete stati colpiti da uno shock, spremuti da situazioni minacciose, e avete agito sotto l'impulso della vostra adrenalina senza pensare a mangiare adeguatamente e a riposarvi ...per giorni avete camminato a braccetto con lo stress e siete sopravvissuti così probabilmente pensate di essere venuti a patti con lo stress. Bene! E' giunto il momento di incontrare una nuova forma di Stress! In questo caso probabilmente non vi colpirà con un colpo brutale e acuto (come quando il vostro familiare ha avuto l'ictus) ma piuttosto vi tormenterà con dei colpetti ripetuti fino a quando non cadrete giù. Magari state cadendo senza accorgervi che il vostro benessere mentale e fisico è quotidianamente eroso dalla situazione. E' importante che voi riforniate costantemente le vostre risorse e capiate che queste non avete la capacità di recupero che avevate prima.

Ristabilite delle abitudini alimentari regolari. Tornate a cibi buoni, salutari, compresa frutta e verdura fresca. Bevete molta acqua. Abbandonate i panini e le merendine dei distributori dell'ospedale. Passerete più tempo a casa, d'ora in poi, e approfittatene per abbandonare le brutte abitudini che avete assunto per sopravvivere in quei giorni di forzata permanenza presso l'ospedale. Inoltre, se il vostro familiare è in grado di alimentarsi normalmente, fornirete anche a lui una dieta migliore. Rallentate il vostro ritmo di lavoro. Riposarsi è più importante rispetto al togliere la polvere, Fare esercizi dovrebbe avere la precedenza sul passare l'aspirapolvere. Avrete molto nuove responsabilità che vi porteranno via del tempo, dunque imparate velocemente a perdonarvi e a non essere imbarazzati se c'è un po' di lana sotto il vostro divano.

Cercate di pensare positivamente. Con i vostri pensieri avete la possibilità di rendere la vostra vita migliore o peggiore. Non restate attaccate a pensieri pessimisti o vittimismi del tipo "se soltanto non fosse successo...". Se non ce la fate da soli chiedete aiuto. Cercate gruppi di supporto, di auto-aiuto o rivolgetevi ad un amico fidato o addirittura ad un consulente professionista. Sotto la supervisione di un medico potreste beneficiare di una cura antidepressiva o ansiolitica. Cercate di non sentirvi timidi o imbarazzati nel cercare aiuto o supporto in qualsiasi forma perché probabilmente questo salverà il vostro benessere mentale.

I caregiver e le persone con ictus, in seguito alla loro esperienza, possono avere dei problemi con il loro credo religioso. In questo caso è importante ottenere un aiuto esterno che vi guidi in questo percorso verso un ritrovato equilibrio.